L’agente immobiliare ARMANDO BARSOTTI, 54 anni , giacca blu
e/o nera ,camicia bianca e/o azzurra ,cravatta
in tono dal 1 Settembre al 31 Luglio di ogni
anno , Agente e Consulente Immobiliare dall’
Aprile 1981 ,in provincia di Pisa con 28 anni di
carriera alle spalle.
Barsotti è un agente immobiliare tra i più conosciuti e stimati nella provincia di Pisa e anche in
campo nazionale.
Anche per gli agenti immobiliari professionali come il sigillo dei Notai l’attività professionale è
un impegno per la vita infatti la professione di agente immobiliare svolta in modo veramente
professionale è una pedina molto importante nella filiera degli adempimenti necessari e
obbligatori per la conclusione di un affare immobiliare nelle dinamiche del mercato stesso.
E’ sempre più difficile arrivare all’apice della professionalità dovendo combattere
quotidianamente con la giungla delle improvvisate novelle normative e degli adempimenti
obbligatori ma quando la porta si apre verso la scala del successo sarebbe un fiore all’occhiello,
un orgoglio per un vero agente immobiliare poter contare anche sulla continuità generazionale
della sua azienda e della sua attività professionale purtroppo non sempre ci si riesce ……Si
perde spesso la continuata del nome e dei vari Brand aziendali affermati e noti nel mercato
immobiliare.
Come nel notariato, anche nel mondo della intermediazione immobiliare ci sono due o più tipi di agenti immobiliari o anche più di due. Infatti, la stragrande maggioranza di chi intermedia in modo non professionale e occasionale sono proprio gli abusivi. Per entrambe ci si riferisce a coloro che sono iscritti nel ruolo camerale di cui alla legge 39/1989 ma la prima si identifica in quelli che sono anche senza fede professionale ,sono opportunisti vivono alla giornata e l’altra invece a quelli che pur avendo anche ruoli diversi in riferimento all’età e all’esperienza e anzianità di lavoro hanno sempre viva e forte la fede e il senso del dovere etico professionale di assistenza e consulenza globale esclusivamente a vantaggio del cliente stesso per l’ottimizzazione della fase di closing dell’affare immobiliare .
Molto spesso la gente i clienti si lamentano quando pagano onorari e spese e imposte ad un notaio e/o quando pagano una provvigione ad un agente immobiliare. I contenuti delle affermazioni sono simili. Per un notaio si dice: ” con una firma e un timbro.” mentre per l’agente immobiliare si dice “mi ha accompagnato a vedere una casa e poi mi chiede”. Sono purtroppo entrambe realtà fortunatamente rare dove per i diversi rappresentanti è mancata la “comunicazione globale” e forse anche qualche altro servizio. Per gli agenti immobiliari forse l’amore per la soddisfazione del cliente.
I notai a numero chiuso sono circa 5.000 in Italia e il concorso di accesso è equo e selettivo. Gli agenti immobiliari iscritti al ruolo agenti affari in mediazione di cui alla legge 39/1989 sono oltre 50.000 !!! ivi compreso coloro che per possesso di “titolo di studio ” (ragionieri laureati in economia etc …) hanno ottenuto fino a pochi anni fa il diritto di iscrizione automatica nel Ruolo senza aver frequentato il corso preparatorio e aver sostenuto l’esame di ammissione. Il tutto grazie alle lenzuolate o simili di alcuni politici d’avventura
I clienti che pagano provvigioni di intermediazioni immobiliari agli “abusivi” qualunque essi
siano altri professionisti e/o occasionali comunque non iscritti al Ruolo di cui alla legge
39/1989 ,dovrebbero dichiarare innanzi al notaio come espressa dichiarazione obbligatoria
nell’atto di trasferimento identificando il soggetto percettore l’ammontare della somma e
l’identificazione della modalità di pagamento stesso in modo che poi per obbligo di legge il
notaio provveda alla segnalazione all’agenzia delle entrate così come viene fatto per i compensi
ricevuti dagli agenti immobiliari regolarmente iscritti al ruolo che abbiamo intermediato tale
affare immobiliare oggetto della compravendita.
Aristocratici dei nostri tempi
Purtroppo riesco a trovare il tempo di intervenire solo ora e me ne scuso. Ho letto con vivo interesse il suo articolo dal titolo “Aristocratici sotto il segno del sigillo” (il Sole del 6 agosto 2009) e devo ammettere che la parola aristocratici è calzante e racchiude in sè tutto ciò che una casta che non vuole essere ritenuta tale perchè concetto “fuori moda”, rappresenta.
Cercherò di suggellare, pur nella brevità, il mio intervento con ragionamenti di ordine concettuale generale, non prima di porVi due domande: «Possibile che in Italia solo circa cinquemila persone possano raggiungere la professionalità per svolgere l’ambita professione di
notaio?»; «come mai lo Stato continua a proteggere redditi tanto elevati, si parla di milioni di euro annui, per suoi funzionari, seppure sui generis, quando il reddito più elevato dovrebbe essere quello del Capo dello Stato, per definizione? Sarebbe come dire che io guadagno più del
mio amministratore delegato ed è un’evidente incongruenza!»
Il Tirreno — 25 maggio 2001 pagina -1 sezione: FATTO DEL GIORNO